14. giu, 2022

UN GIORNO QUESTO DOLORE TI SARA’ UTILE di Peter Cameron (2007 edizione Gli Adelphi / 206 pg)

Voto: 4 stelline e ½  / su 5

Pienamente d’accordo con il commento di Valeria Parrella che lo definisce “Un libro bellissimo, già dal titolo e fino all’ultima pagina.”

E’ proprio così, sono stata attratta inizialmente dal titolo, poi ne ho sentito spesso parlare bene e poi, devo dire, che l’edizione economica de Gli Adelphi a 12 € mi ha invogliato ad acquistarlo NUOVO, e non usato come è mia usanza.

In realtà mi aspettavo tutt’altro genere. Credevo fosse un libro molto più malinconico e filosofico, ed in realtà un po’ lo è, ma con una tale ironia che non puoi fare a meno, anche nelle situazioni più drammatiche, di farti scappare un sorriso.

James è il protagonista di questa storia ed è anche il narratore.

Ha diciotto anni e una famiglia un po’ particolare. Una sorella molto attenta all’estetica e poco profonda che lo stuzzica in continuazione, una madre che si è già risposata tre volte e l’ultimo matrimonio è durato meno di ventiquattro ore e un padre che si ritocca le borse sotto gli occhi in gran segreto dal chirurgo estetico perché non vuole invecchiare.

Poi c’è la nonna Nanette, un personaggio meraviglioso che ci fa sentire proprio il profumo dei nonni, del loro amore e calore. E’ la classica nonna che trasuda amore e saggezza.  

James è un ragazzo come tanti, non ha grilli per la testa, lavora nella galleria della mamma, ama leggere e l’unica cosa che proprio non vorrebbe fare è andare all’università. I ragazzi della sua età lo imbarazzano, non si sente a suo agio con loro, li trova superficiali e stupidi.

Vorrebbe studiare per conto suo e trasferirsi in un piccolo paesino lontano dal caos della Grande Mela, da cui si sente ingurgitato.

La famiglia lo vede come un extraterrestre, ma forse, se ci soffermiamo ad osservare bene gli altri componenti della famiglia, è il più normale di tutti.

Solo la nonna riuscirà a comprenderlo davvero senza giudicarlo, e a farlo ragionare su ciò che sia meglio per lui.

Bellissime anche le ultime pagine, che non voglio svelarvi, ma che ci fanno capire quanto a volte piccole cose siano importanti per alcuni e per altri no e come sarebbe bello, in un mondo perfetto, rispettare le opinioni, i sogni e le ambizioni di tutti, senza giudizi né pregiudizi.

Un estratto del libro:

“[…] una marea di persone sfinite scappavano da una vita infelice verso un’altra. Si vedeva che detestavano le ore passate in ufficio, ma non è che fossero proprio ansiose di tornare dai mariti e dalle mogli irascibili e dai figli villani, o da nessuno se vivevano da sole. Il viaggio in treno era un piccolo intermezzo in cui potevano essere se stessi, niente capo, niente marito, niente moglie, niente colleghi e niente figli.”

Ultimi commenti

23.11 | 05:54

Mi spiace non volevo offenderti ma esprimo solo un mio pensiero.

23.11 | 00:53

"Quasi dentro a ogni libro (ma non in tutti)"...
Se no non vuol dire niente la frase messa lì così.
PS. il libro di Bythell è tremendo. Magari anche il mio, ma quello è peggio. Grazie comunque.

15.06 | 16:38

Lia non so di che città sei ma qui a Milano ce ne sono ancora di bellissime, vanno scovate. Comunque continua a seguirmi perchè ho in mente proprio qualcosa legato a questo!

15.06 | 05:14

Grazie mi hai fatto ritrovare un ricordo bellissimo, quando ero ragazzina, e anche nella mia città c'erano librerie dell'usato, che ormai si sono estinte... Peccato...

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