(blog di Ilaria Romano)
14. apr, 2020
Voto: 2 stelline
E’ stato davvero difficile non abbandonarlo a metà strada.
Era da tanto che non facevo così fatica con un libro.
Poi per la mia teoria, un libro non si abbandona, sono riuscita a finirlo, ma che fatica!
Peccato perché ci sono delle pagine davvero belle, ma sono piccole perle in un fiume di parole e pensieri sconnessi.
Si fa fatica a seguire la trama, troppo onirica forse, troppi salti temporali? Non lo so, fatto sta che se vi dovessi dire di che cosa parla, a parte una macro storia, per il resto delle 300 pagine, farei fatica a dirvelo.
Due gemelli, una vita complicata con una mamma separata in un’India che non perdona. Una cuginetta che viene dall’Inghilterra e un tragico incidente che trascina tutto nel baratro.
Però, in tutte queste pagine, non ho capito chi è il Dio delle piccole cose.
Ricordi di bambini che si alternano e si rincorrono, a volte anche poetici, ma che ci creano non poche difficoltà a capire la storia e gli eventi.
Una frase bella del libro:
“Il proprio dolore la addolorava e basta. Quello di lui la devastava.”
Ultimi commenti
23.11 | 05:54
Mi spiace non volevo offenderti ma esprimo solo un mio pensiero.
23.11 | 00:53
"Quasi dentro a ogni libro (ma non in tutti)"...
Se no non vuol dire niente la frase messa lì così.
PS. il libro di Bythell è tremendo. Magari anche il mio, ma quello è peggio. Grazie comunque.
15.06 | 16:38
Lia non so di che città sei ma qui a Milano ce ne sono ancora di bellissime, vanno scovate. Comunque continua a seguirmi perchè ho in mente proprio qualcosa legato a questo!
15.06 | 05:14
Grazie mi hai fatto ritrovare un ricordo bellissimo, quando ero ragazzina, e anche nella mia città c'erano librerie dell'usato, che ormai si sono estinte... Peccato...
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